Quali sono i valori che determinano il profilo identitario del pack flessibile?
In che modo il flessibile può aiutare le persone a risolvere problemi e soddisfare le proprie necessità, nella vita di tutti i giorni, e non solo, diventando un vero e proprio “oggetto magico”?
A queste domande ha risposto Clara Giardina dell’Osservatorio Innovazione Packaging, Università di Bologna, in occasione del recente convegno di Giflex, a Bologna, dove ha presentato un’anteprima della fase due della ricerca “La value story dell’imballaggio flessibile”.
Nel corso della sua presentazione, Giardina ha messo a fuoco quanto emerso, ad oggi, dall’analisi: value drivers, fattori competitivi, pregiudizi e storie di valore del pack flessibile.
Sei Value Drivers, ovvero fattori che determinano la creazione di valore nell’imballaggio flessibile, ne costituiscono il profilo identitario: riduzione dell’impatto ambientale, miglioramento delle prestazioni dei materiali, ottimizzazione dei processi di produzione e logistica, integrazione di soluzioni digitali avanzate, potenziamento delle soluzioni user centered e valorizzazione degli aspetti comunicativi e di identità.
L’individuazione di questi fattori rafforza quanto era emerso già dai primi insight della ricerca confermando il flessibile come un packaging dall’elevato profilo valoriale e di tendenza per le sue qualità riferite a sostenibilità, funzionalità, etica e digitalizzazione. Si evidenziano, inoltre, elementi di innovazione riconducibili, da una parte a qualità visibili ed evidenti – come la semplicità e l’essenzialità strutturale – e dall’altra parte a qualità nascoste sotto la superficie e “silenti”, che rivelano tutta la complessità e intelligenza tecnologica di questo pack.
Un sondaggio, condotto dal team di ricerca attraverso un questionario a oltre 195 addetti di aziende associate Giflex, ha inoltre individuato i principali pregiudizi attribuiti al pack flessibile: prevalenti quelli associati alla plastica, percepita come inquinante, all’impatto ambientale e alla non totale riciclabilità.
Infine è stata condotta un’attività online di co-creazione con un gruppo selezionato di 14 partecipanti, tra cui associati, designer, ricercatori e giornalisti, che ha permesso la costruzione di vere e proprie “value stories” dell’imballaggio flessibile: attraverso un metodo generativo sono emerse tre diverse narrazioni dove l’utente è al centro e il packaging diventa “l’oggetto magico” che permette di superare sfide e ostacoli del quotidiano, proprio grazie alle sue qualità. Queste storie rispondono alla domanda: in che modo l’imballaggio flessibile può aiutare le persone a risolvere problemi e soddisfare le proprie necessità, nella vita di tutti i giorni, e non solo?
Mescolando sei elementi della narrazione (contenuto, contesto, necessità, forma e qualità) all’interno di quattro fasi narrative (situazione di partenza, imprevisto, oggetto magico e happy ending) è possibile generare infinite storie che vedono il flessibile come protagonista nella risoluzioni di situazioni che possono andare dalla somministrazione di cibo al proprio gatto evitando sprechi – grazie all’utilizzo di in un imballaggio di tipo stand-up pouch con un sistema di apertura dotata di zip “apri e chiudi” per la richiusura – all’alimentazione di un gruppo di astronauti impegnati in una missione spaziale, in cui la salute fisica e psicologica passa anche da un’alimentazione soddisfacente e senza contaminazioni – in questo caso un imballaggio flessibile a doppio scomparto, che separa le parti liquide da quelle solide e le unisce durante la fase di riscaldamento, è stata la soluzione che ha portato la storia a un lieto fine.
La “Value Story dell’imballaggio flessibile” è un progetto di ricerca condotto da Clara Giardina ed Erik Ciravegna (con la supervisione scientifica del prof. Flaviano Celaschi e la collaborazione di Davide Pletto ed Estefania Ortega), a cura Osservatorio Innovazione Packaging, Università di Bologna. Sono stati analizzati e validati oltre 300 casi studio, 70 siti web specializzati e 145 letture tecnico-scientifiche e divulgative e messe in campo occasioni di progettazione partecipata con gli associati Giflex.